LUCCA - C’è un pezzo di Lucca dentro Virgo, l’interferometro laser più grande in Europa, realizzato e costruito a pochi chilometri da Pisa, a Cascina – uno dei cinque apparati sperimentali al mondo assieme ai due Ligo americani, al giapponese Tama 300, e al tedesco Geo 600 - che ascolta “l’universo”, i suoi misteri e i suoi segnali. E' la Galli e Morelli, aziende lucchese di meccanica di alta precisione “impegnata” nella realizzazione dei “super-ammortizzatori” presenti in Usa, Giappone e Germania.
'Virgo', un orecchio gigantesco teso, dal 2002 anno della sua messa in onda, 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, ad ascoltare, a distanza di milioni e milioni di anni luce, cercando tra galassie e stelle, fantasia e speranze, i “messaggi” in formato “gravitazionale” che giungono dallo spazio più remoto. Virgo è, infatti, un rivelatore di onde gravitazionali, la cui esistenza è provata solo a livello teorico dalla relatività generale di Einstein (perturbazioni dello spazio-tempo causate dalla forti accelerazioni di corpi celesti) ma mai, fino ad oggi, ancora rilevate direttamente.
Messaggi (una scoperta prima di tutto) che un giorno potranno rivoluzionare, come è accaduto, per esempio con le onde radio o con il motore elettrico il cui impiego non era certo nemmeno ipotizzato ma fu una conseguenza, la nostra vita e la fisica fondamentale. Il progetto è stato messo a punto da una collaborazione italo-francesce finanziata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Pisa e Consiglio Nazionale della Ricerca Scientifica francese per un costo complessivo di circa 120 milioni di euro. Quel pezzo di Lucca presente dentro il cuore di Virgo è la Galli e Morelli, l’azienda specializzata in meccanica di alta precisione che ci invidiano in tutto il mondo, una di quelle aziende chiamate, in economia, campioni d’impresa nascosti. Piccole realtà che nel loro campo fanno scuola, evitando le cicliche difficoltà che solitamente colpiscono distretti e settori; imprese di successo insomma. Tredici dipendenti, un fatturato poco inferiore ai due milioni di euro (il 50% arriva proprio dai grandi progetti di ricerca mentre l’altra metà dalla realizzazione in conto terzi di macchine utensili con controllo numerico), la Galli e Morelli ha costruito, su progetto dell’Infs di Pisa, il “maxi ammortizzatore” che attenua, anche di 10 miliardi di volte, le vibrazioni più disparate (dovute a mezzi in movimento, eventi sismici, vento etc) del terreno che circondano le due braccia ortogonali di Virgo (lunghe 3 chilometri ciascuna) e che potrebbero mascherare il flebile segnale gravitazionale che arriva a distanza di milioni e milioni di anni luce.
“Il sistema – spiega uno dei due titolari, Carlo Galli – è composto da una serie di pendoli in cascata che sono in grado di ridurre le vibrazioni del terreno sia in verticale che in orizzontale”. Ma cosa sono quindi gli attenuatori? “Immaginiamo un tavolo rotondo a tre gambe, in acciaio. Se oscilla il terreno alla base delle gambe queste si muovono, ma la parte del tavolo, con tutti gli oggetti che si trovano sul suo ripiano, resta immobile. Il movimento del terreno, le sue vibrazioni in poche parole, non si trasmettono alla parte alta del tavolo perché un sofisticato sistema meccanico ne impediscono la trasmissione”.
Appeso all’ultimo pendolo viene montato lo specchio che viene utilizzato, insieme ad altri (in totale sono sette specchi più due banchi ottici), per la rilevazione delle onde gravitazionali che è una delle sfide più difficili ed affascinanti della fisica moderna. Una delle maggiori difficoltà dello strumento “attenuatore” (alto poco più di 10 metri, ed in Virgo ce ne sono sei) era costituito dai materiali che lo compongono.
“Grazie alla continua interazione e scambi di competenze con i centri di ricerca – spiega Galli – che ci hanno appaltato la costruzione di queste strutture meccaniche, abbiamo potuto realizzare gli attenuatori, sia per la sezione Infn di Pisa, sia per il Giappone, con materiali a bassissimo contenuto di stress interni. In altre parole siamo riusciti a costruire delle strutture meccaniche “silenziose” anche quando sono sollecitate da altissimi carichi. L'interferometro, inoltre, deve essere isolato completamente dall'esterno per evitare interferenze con il fascio laser che ha il compito di rilevare il passaggio di un'onda gravitazionale. Per questa ragione è stato necessario costruire un impianto vuoto di circa 7 mila metri cubi: il più grande d’Europa ed il secondo al mondo".
Strumenti perfetti, delicati e di elevata precisione che anche i giapponesi hanno appaltato all’azienda lucchese, una delle poche in grado di garantire la costruzioni di questi sofisticati sistemi ed una delle poche realtà aziendali, fuori dal campo universitario, ad avere una camera pulita di grandi dimensioni per il montaggio in ambiente da ultra vuoto di elementi meccanici di precisione.
“Abbiamo costruito l'attenuatore anche per Tama 300 in Giappone - racconta il titolare - e abbiamo fornito il sistema meccanico per la distribuzione delle alte tensioni al progetto “Icarus” presso i laboratori mentre quella del progetto “Atlas” che studia le interazioni protone-protone ad altissima energia al Cern di Ginevra, è ancora una commessa aperta che ci sta dando grandi soddisfazioni. Abbiamo chiuso in questi giorni - conclude Galli - un accordo con un'importante società di ingegneria per la realizzazione di prototipi per applicazioni avanzate in campo elettromagnetico ed elicotteristico in galleria del vento. Le applicazioni? Tutto, naturalmente, top secret".
Ma quello che è più importante è che Virgo e la Galli & Morelli rappresentano l'esempio più limpido, e una sfida vinta, di quello che oggi si racchiude dentro il termine "know-how": trasferimento di conoscenze e competenze dalla ricerca avanzata all’azienda.
"E' l'esempio - spiega Stephano Tesi, Direttore di Cna - del rapporto stretto tra mondo del tessuto delle pmi e della ricerca, e di come il trasferimento di risorse possa fare la fortuna di entrambe. L'università e gli enti di ricerca trovano una valida azienda a cui affidare la realizzazione dei loro progetti importantissimi e ambiziosi, e l'azienda ha avuto, oltre al lavoro, le conoscenze specifiche provenienti dalle loro ricerche. Le pmi sono il naturale sbocco per il campo della ricerca se trovano terreno fertile, e soprattutto orecchie disposte ad ascoltare e voglia di rischiare. Difficilmente la grande industria e le grandi lobbies avrebbero costruito un pezzo unico come il super-attenuatore di Virgo. Purtroppo a volte contano solo numeri e fatturato, e non l'evoluzione delle nostre conoscenze".